SCATTI DI RABBIA BAMBINO AGGRESSIVO
Marzo 18, 2014 in rabbia da admin
COSA ACCADE NEL CERVELLO E NEL CORPO DI UN BAMBINO AGGRESSIVO?Â
Il nostro cervello è costituito da due parti fondamentali: il cervello superiore (corteccia) e il cervello inferiore (sub-corteccia). Con gli altri mammiferi noi condividiamo la struttura del cervello inferiore che è la sede dei circuiti di tutte le emozioni piÚ primitive ed istintuali.
Anche il circuito della rabbia si trova lĂŹ e tutti noi, nessuno escluso, ne possediamo uno.
Una delle strutture anatomiche piĂš importanti nel circuito della rabbia è lâamigdala, che si attiva quando intorno a noi percepiamo una minaccia alla nostra integritĂ fisica o psicologica.Â
Naturalmente, è importante che lâamigdala sia molto veloce a registrare le minacce e per questo a volte può essere un poâ grossolana.Â
Ad esempio immaginate di trovarvi in un bosco a passeggiare. A un certo punto scorgete sul sentiero una sagoma nera che sembra puntare verso di voi: la vostra amigdala farĂ scattare subito lâallarme nel cervello e nel corpo, perchĂŠ a prima vista potrebbe trattarsi di un pericolo, ad esempio un serpente velenoso.
Il nostro corpo perciò si prepara ad una reazione di difesa, o fuggire (paura) o attaccare (rabbia). Bastano pochi secondi, però, perchĂŠ voi vi accorgiate che in realtĂ quella sagoma è solo un ramo spezzato e cosĂŹ lâallarme rientra.Â
Chi è che comunica allâamigdala che si trattava di un falso allarme?
Ă il cervello superiore che ha questo compito e che, attraverso il pensiero riflessivo, âcalmaâ il corpo ed il cervello dicendo loro: âNiente paura, è solo un ramoâ. Se però si fosse davvero trattato di un serpente sarebbe stato fondamentale reagire velocemente e non ci sarebbe stato il tempo di ponderare le varie opzioni.Â
La nostra amigdala quindi ha il compito fondamentale di stare sempre allâerta verso qualsiasi cosa che possa minacciare la nostra incolumitĂ , sia fisica che psicologica, ma il cervello superiore ha il compito di moderare e calmare le reazioni scatenate dallâamigdala, e lo fa rilasciando sostanze calmanti, come ad esempio lâacido gamma-ammino-butirrico (GABA), che è un vero e proprio ansiolitico ânaturaleâ.
La capacitĂ di âmoderareâ le proprie reazioni emotive in base ad una valutazione del contesto e delle circostanze, non è qualcosa di innato, come la rabbia, ma deve essere appreso.
I bambini in etĂ prescolare non sono in grado di farlo da soli, ma sono completamente dipendenti da adulti che, con interazioni affettuose, âprestinoâ loro la propria mente e le proprie parole per aiutarli ad abbassare i livelli di stimolazione.
Quando il livello di stress di una relazione è molto alto, quando cioè il rapporto è basato su punizioni corporali e psicologiche, insulti, umiliazioni, freddezza affettiva, trascuratezza, urla, rifiuto di confortare ecc., e il bambino si trova solo a dover fronteggiare tale circostanza, entrano in circolo le sostanze dello stress e i livelli della serotonina diminuiscono. La serotonina, una sostanza prodotta dal cervello, serve ad abbassare i livelli di aggressivitĂ ed impulsivitĂ e, quando i suoi livelli calano, i bambini diventano piĂš inclini a sfogare in azioni la propria rabbia.Â
Se però un adulto è in grado di fungere da âregolatore emotivoâ per il bambino, lo aiuterĂ a sviluppare nel suo cervello un sistema ben radicato di moderazione dello stress, cosĂŹ che il bambino impari che le emozioni, e la rabbia in particolare, possono essere anche pensate e comunicate, oltre che agite. Quando un bambino è invaso dalla rabbia invece, raggiunge uno stato di sovra-eccitazione tale che gli inibisce qualsiasi tipo di riflessione circa il proprio comportamento e le conseguenze che può avere sullâaltro. Il bambino preda dellâira non riesce a mettersi nei panni dellâaltro e, quando il circuito cerebrale della rabbia è attivato, attaccare lâaltro può sembrare lâunica soluzione possibile. In questo senso un bambino intrappolato nella propria rabbia ha ben poche alternative.Il senso di pace e di pacata soddisfazione sono indotti invece da due tipi particolari di sostanze che si sprigionano nel suo cervello: lâossitocina e gli oppiacei. Queste sostanze vengono prodotte nel cervello di un bambino, soprattutto a seguito di interazioni affettuose (baci, abbracci, coccole, scambi verbali gentili e affettuosi, giochi coinvolgenti, sorrisi, carezze ecc.) con le figure dâattaccamento e con le altre figure significative.Â
Se tutte le volte che un bambino fa esperienza di stress e disagio è presente un adulto che in maniera costante è pronto a confortarlo, capirlo, offrirgli alternative comportamentali, egli piano piano svilupperĂ quella stessa capacitĂ auto-calmante che gli permetterĂ , piĂš avanti, di tranquillizzarsi da solo quando si troverĂ in situazioni analoghe, avendo perciò unâalternativa reale al semplice scarificare la propria rabbia ed il proprio malcontento.Â
Viceversa, se un bambino durante lâinfanzia ha fatto esperienza costante o intermittente di solitudine o punizioni quando si sia trovato in situazioni di disagio, non sarĂ in grado di sviluppare autonomamente la capacitĂ di âplacareâ il cervello inferiore, rimanendo letteralmente prigioniero di unâunica possibilitĂ : agire la propria rabbia.
Spero che da quanto detto fino ad ora sia chiaro come interventi punitivi o rabbiosi da parte di un genitore o un educatore davanti a scoppi dâira di un bambino, non solo non servano a nulla, ma rischino di aumentare il livello di minaccia percepita dal piccolo, che si può sentire attaccato, aumentando dunque il suo giĂ alto livello di stress.