INTELLIGENZA EMOTIVA
Febbraio 9, 2014 in psicologia milano da admin
Di Intelligenza Emotiva se ne parlarla sempre più spesso. Anche la scuola italiana negli ultimi anni ha provato ad adeguarsi agli standard americani, integrando progetti psico-educativi sulle emozioni.
Ma cos’è veramente?
L’intelligenza emotiva è un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni. A differenza dell’Intelligenza mentale, l’Intelligenza Emotiva viene appresa dal bambino durante lo sviluppo, grazie a modelli relazionali emotivamente competenti.
Classificazione delle emozioni
Le emozioni si possono classificare in emozioni primarie e complesse. Le emozioni primarie sono: felicità, tristezza, sorpresa, paura, rabbia e disgusto (secondo alcuni autori a queste 6 se ne aggiungono altre due: l’attesa e l’accettazione). Dalle diverse combinazioni di emozioni primarie nascono quelle complesse: per esempio rabbia + disgusto = disprezzo. Le emozioni, inoltre, si possono classificare secondo la loro intensità: l’emozione primaria “rabbia”, per esempio, è preceduta da uno stato di irritazione che, se non ben gestito cognitivamente, può arrivare a generare un’emozione ancora più intensa della rabbia, la furia.
Conoscere se stessi
La consapevolezza delle proprie emozioni è un elemento chiave al fine di maturare un’appagante vita sociale fondata sull’interscambio e sulla capacità empatica*.
L’utilizzo di questa forma di intelligenza si fonda sulla capacità di intuire i sentimenti, le aspirazioni e le emozioni delle persone che ci circondano e di avere una piena cognizione del proprio stato d’animo. Questo consente di comprendere l’altro, quindi le sue emozioni, aspirazioni, desideri, valori, e ci permette di orientare opportunamente le risposte comunicative e i comportamenti.
Le componenti dell’intelligenza emotiva
L’intelligenza emotiva viene definita come la capacità di monitorare i propri sentimenti e quelli altrui al fine di raggiungere obiettivi.
Salovey e Mayer esprimono le cinque caratteristiche fondamentali dell’intelligenza emotiva, che ogni uomo codifica interiormente:
Consapevolezza di sé, la capacità di produrre risultati riconoscendo le proprie emozioni;
Dominio di sé, la capacità di utilizzare i propri sentimenti per un fine;
Motivazione, la capacità di scoprire il vero e profondo motivo che spinge all’azione;
Empatia, la capacità di comprendere appieno e rispettare lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore.
Abilità sociale, la capacità di stare insieme agli altri cercando di capire i movimenti che accadono tra le persone
Riassumendo un buon livello di Intelligenza Emotiva ci perdette di:
identificare le emozioni: essere in grado di riconoscere correttamente le proprie e le altrui emozioni, così come queste si manifestano sia a livello espressivo e fisico, che a livello di sensazioni o di pensieri
utilizzare le emozioni in maniera funzionale, adattattiva: permettere alle emozioni di guidare e assistere il pensiero; le emozioni possono venire in aiuto in compiti di ragionamento, giudizio e memoria, permettere all’individuo di assumere punti di vista diversi, spronarlo a trovare soluzioni ai problemi, motivarne i comportamenti, le azioni;
comprendere le emozioni: essere in grado di capire le cause che hanno generato un’emozione, i loro effetti sulle persone, sulle interazioni, eccetera; riguarda la capacità di classificare le emozioni e riconoscere le situazioni nelle quali sono elicitate; permette di interpretare i significati delle emozioni e di comprendere sentimenti complessi;
regolare, gestire le emozioni: riuscire a raggiungere gli obiettivi che ci si è posti, anche in situazioni difficili o di forte stress, non permettendo alle emozioni di ostacolare le nostre azioni. La regolazione delle emozioni presuppone la consapevolezza dei sentimenti sia piacevoli che spiacevoli, e la capacità di monitorare e gestire le proprie e le altrui emozioni al fine di limitare gli effetti di quelle negative ed enfatizzare quelle positive.
Non tutti i bambini, a fronte di una intelligenza brillante, sono emotivamente competenti.
Ritengo che l’educazione affettiva sia alla base, oserei dire, della felicità. Imparare ad amarsi nonostante i propri limiti e i propri difetti, riconoscere ed accettare le nostre emozioni, poterle esprimere in libertà e riuscire a comunicarle ci permette di scoprire il nostro valore, la nostra motivazione, i nostri talenti, ci permette di relazionarci positivamente con gli altri.
Imparare ad amare gli altri, ascoltarli, rispettarli, aiutarli ci permette di gioire del mondo.
Oggi attraverso percorsi psicologici individualizzati e di gruppo è possibile allenare tale competenza con il fine di prevenire o trattare il disagio emotivo, relazionale, familiare e scolastico.
*L’Empatia è la capacità di mettersi nei panni dell’altro, intuire le sue emozioni e i suoi sentimenti, anticipare le sue azioni, capire le sue motivazioni, interpretare quindi le sue azioni. Empatia è anche prendersi cura dell’altro, dimostrare interesse e affetto.
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