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SI RIFIUTA DI ANDARE A SCUOLA: COSA FARE?

Ottobre 23, 2016 in centro Amamente, disturbi dell'attaccamento, EMOTIVITÀ, psicologia infanzia, psicologia milano da admin

Disturbo della Fobia Scolare

Quando si parla di rifiuto scolare si fa riferimento ad un disturbo in cui il livello di ansia e di paura ad andare e restare a scuola sono tali da compromettere in modo significativo una regolare frequenza scolastica e causare sequele a breve e lungo termine.

Le conseguenze possono riguardare lo sviluppo emotivo sociale, le acquisizioni scolastiche, difficoltà nei rapporti con la famiglia. In seguito si possono avere difficoltà lavorative e può aumentare il rischio di un’importante compromissione della salute mentale della persona.

Il rifiuto scolare non va confuso con l’assenza ingiustificata da scuola, quest’ultimo è un comportamento in cui è assente l’ansia e la paura eccessiva di frequentare la scuola e spesso è associato a comportamenti antisociali e alla mancanza di interesse per la propria formazione scolastica. Il ragazzo che soffre di rifiuto scolastico può assentarsi dalla scuola fin dall’inizio della giornata, o può recarsi a scuola e poi, dopo poche ore, chiedere di tornare a casa.

Durante le ore scolastiche il bambino resta a casa, un ambiente fidato e sicuro, può dedicarsi in modo sereno ad altre attività tra cui svolgere i compiti.
Tale disturbo riguarda l’1-5% dei ragazzi in età scolare senza differenze di genere, dai dati presenti in letteratura sembra più frequente in alcuni delicati cambiamenti evolutivi quali l’inserimento nella scuola elementare (5-6 anni) e il passaggio alle scuole medie (10-11 anni).
Il disturbo si caratterizza per i seguenti comportamenti problematici e sintomi somatici:

elevata reazione di ansia nel momento in cui esce da casa o giunge davanti alla scuola, al punto da presentare sintomi da panico;

manifestazione di un ampia serie di sintomi somatici (vertigini, mal di testa, tremori, palpitazioni, dolori al torace, dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, dolori alle spalle, dolori agli arti);

il livello di angoscia può essere elevato fin dalla sera prima e il bambino può riposare male, il sonno può essere disturbato da incubi o risvegli notturni

Altri disturbi che possono associarsi al rifiuto scolastico sono l’ansia da separazione, l’ansia generalizzata, la fobia sociale, la fobia specifica, gli attacchi di panico, il disturbo post traumatico da stress, la depressione, il disturbo della condotta, il disturbo oppositivo-provocatorio, il disturbo da deficit di attenzione-iperattività, i disturbi specifici dell’apprendimento.

Tra i fattori che maggiormente incidono nel predisporre e scatenare un rifiuto della scuola troviamo quelli ambientali. I sintomi possono iniziare in seguito ad eventi di vita stressanti che si sono verificati a casa o a scuola, tra cui la propria malattia o di un membro della famiglia, la separazione tra i genitori, la separazione transitoria da uno dei genitori, relazioni conflittuali nella famiglia, un legame disadattivo con uno dei genitori, problemi con il gruppo dei pari o con un insegnante, il ritorno a scuola dopo una lunga interruzione o vacanza.

Trattamento psicoterapeutico

La terapia cognitiva-comportamentale si è dimostrata molto efficace per i disturbi di ansia, numerosi sono i dati disponibili in letteratura rispetto a molteplici studi controllati. Nello specifico il trattamento cognitivo-comportamentale da utilizzare con bambini che rifiutano la scuola si basa sui fattori di mantenimento che emergono con l’analisi funzionale. In generale l’intervento è individualizzato e prevede vari step e tecniche, in questo percorso graduato sono coinvolti i genitori e la scuola.
All’inizio è utile un apporto psicoeducativo per comprendere la natura e il processo dell’ansia, per poi identificare i pensieri disfunzionali (rispetto a sé, gli eventi, le attività, la separazione dalla figura di attaccamento) verso cui promuovere una ristrutturazione cognitiva. Il ritorno a scuola può essere graduale e concordato, nei tempi e nelle modalità, con gli insegnanti e il personale scolastico.

Il protocollo di intervento cognitivo-comportamentale basato sull’analisi funzionale è stato utilizzato in molti lavori, i cui risultati hanno mostrato l’utilità di tale trattamento, vista l’eterogeneità di problemi che possono causare il disturbo.

L’efficacia della terapia cognitiva-comportamentale è stata dimostrata in termini di riduzione dell’ansia, aumento del senso di autoefficacia personale e ripresa della frequenza scolastica.

Trattamento Ansia nei bambini

Fonte: http://www.apc.it/disturbi-eta-evolutiva/fobia-scolare

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ATTACCAMENTO SICURO: BASE SU CUI FONDARE LA CRESCITA

Dicembre 1, 2014 in disturbi dell'attaccamento, psicologia milano da admin

 

Il legame emotivo con i genitori getta le basi per il futuro dei figli

 

Entrare in sintonia con i propri bambini e rispondere ai loro bisogni permette di sviluppare quell’attaccamento che non è importante solo per creare un legame profondo tra genitori e figli, ma anche per fornire ai piccoli una base su cui fondare la loro crescita.

A portare l’attenzione sull’argomento è un’analisi pubblicata dal Sutton Trust, istituto con base a Londra che si occupa di tematiche educative e sociali, che svela come quel 40% di bambini che non instaura un forte legame emotivo con i genitori entro i 3 anni di età ha una maggiore probabilità di sviluppare problemi di linguaggio e comportamentali già prima di iniziare a frequentare la scuola. 

Le conseguenze della mancanza di quello che gli esperti del settore chiamano “attaccamento sicuro” proseguono anche oltre. Infatti l’analisi, che ha incluso 14 mila bambini nati negli Stati Uniti nel 2001 e i risultati di più di 100 diversi studi, ha rilevato che i ragazzi con problemi di attaccamento abbandonano la scuola più spesso rispetto ai loro coetanei. Non solo, il 25% di questi ragazzi non si rivolge ai genitori quando ha un problema perché pensa che verrebbe ignorato e il 15% entra in conflitto con loro perché rappresentano una fonte di stress.

Infine, questi bambini hanno una maggiore probabilità di diventare adulti aggressivi, ribelli e iperattivi. “Quando i genitori entrano in sintonia e rispondono ai bisogni dei loro figli e sono una fonte sicura di conforto i bambini imparano a gestire i loro sentimenti e i loro comportamenti”, spiega Sophie Moullin, coautrice dell’analisi.

“Questo studio – aggiunge Conor Ryan, direttore scientifico del Sutton Trust – identifica chiaramente il ruolo fondamentale che l’attaccamento sicuro potrebbe giocare nel ridurre questa differenza nella preparazione scolastica e nel migliorare le opportunità che il bambino avrà nella vita”.

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