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SCUOLA DOMICILIARE A MILANO -HOMESCHOOLING

Agosto 17, 2020 in HOMESCHOOLING, psicologia infanzia, scuola a domicilio Milano, tutur scuola a domicilio Milano da admin

HOMESCHOOLING SCELTA O NECESSITA’?

homescooling Milano. Istruzione parentale
HOMESCHOOLING https://www.centropsicologicomilano.it

L’istruzione domiciliare, chiamata in inglese homeschooling, è un tipo di istruzione svolta a carico della famiglia e al di fuori delle istituzioni pubbliche e private, quali in primis, le scuole. Si tratta di un fenomeno che è sempre esistito, essendo stato in passato l’unica forma di istruzione intellettuale.

Ci sono varie motivazioni a favore dell’istruzione domiciliare, che normalmente ha una struttura e un’organizzazione completamente differente rispetto alle regole e organizzazione della cosiddetta “scuola dell’obbligo”.

Nella maggior parte dei casi l’istruzione domiciliare riconosce i membri della famiglia come tutori e insegnanti dei propri figli, parlando di una vera e propria istruzione parentaleIl Centro Amamente con la sua èquipe si offre come guida e consulenza per chi sceglie questo percorso, con:

– Percorsi di studio e lezioni individuali e di gruppo online per homeschoolers

– Supporto ai compiti e tutor online e in sede

– Sostegno psicopedagogico alla famiglia homeschooler

– Consulenza pedagogica e neuropsicologica personalizzata sui processi di apprendimento

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Scuola a domicilio Milano

Tutor domiciliare MILANO

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CONSULENZA PSICOLOGO ONLINE!

Gennaio 9, 2020 in psicologo online consulenza, psicoterapeuta Milano da admin

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Consulenza e terapia psicologica OnLine.

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LABORATORI PER BAMBINI E GENITORI A MILANO

Agosto 6, 2019 in psicologia infanzia da admin

Non è mai troppo presto per imparare attraverso il gioco come siamo fatti, come é fatto il mondo……. e così grazie all’équipe psicopedagogica del Centro Amamente abbiamo programmato percorsi psico-educativi con l’obiettivo di sostenere la crescita dei neo-genitori e dei piccolissimi.

Vi aspettiamo😊

  • Dal 2 settembre 2019 al 31 luglio 2020.
MILANO FIGLI GENITORI LABORATORI

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LOGOPEDIA: QUANDO ANDARE DAL LOGOPEDISTA?

Ottobre 3, 2018 in Centro logopedia milano, Disturbi.Logopedia, Esercizi logopedia, logopedia milano, logopedista milano, Milano, psicologia milano da admin


Diagnosi DSA Asl Milano.
Intervista Dott.ssa Anna La Guzza per DonnaModerna.

Logopedia: quando e perché andare dal logopedista

In quali casi e perché è necessario portare il bambino dal logopedista?

Si sente spesso parlare di logopedia e, a volte, i genitori restano spaesati quando viene consigliato loro di portare i figli dal logopedista.

Poi, vi sono quelle mamme e quei papà preoccupati perché il piccolo non parla oppure distorce le parole e i suoni. Abbiamo intervistato la dott.ssa Anna La Guzza (psicologa e direttrice di Amamente, Centro Psicologico e Logopedico a Milano), per fare chiarezza sul concetto di logopedia, sui suoi obiettivi e sulle sue modalità.

  • Cos’è la logopedia

La prima domanda che abbiamo posto alla dott.ssa La Guzza, riguarda proprio lo stesso significato di logopedia e i suoi campi di applicazione.

«La logopedia è la branca della medicina che si occupa di studiare il linguaggio e le sue eventuali problematiche.

Non sempre, infatti, l’apprendimento del codice linguistico è per il bambino un percorso semplice e senza ostacoli, a volte possono esserci difficoltà, ritardi o intoppi che solo la logopedia e i suoi specialisti possono aiutare a riconoscere e a superare, grazie all’ausilio di specifiche strategie. Il logopedista, in équipe multidisciplinare, può intervenire nei percorsi di abilitazione neuropsicologica qualora siano presenti disturbi specifici di apprendimento, come la dislessia » spiega l’esperta.

«Il logopedista è, infatti, il professionista sanitario che si occupa della prevenzione, della valutazione e della riabilitazione deidisturbi della voce, della comunicazione, del linguaggio in età evolutiva, adulta e geriatrica attraverso programmi riabilitativi individuali o di gruppo.

Il suo principale compito è proprio quello di potenziare il linguaggio, correggendo difetti di pronuncia o veri e propri disturbi legati alla verbalizzazione» continua la Dott.sa La Guzza.

L’esperta specifica, inoltre, che le problematiche più comuni dell’età evolutiva riguardano principalmente i ritardi dello sviluppo del linguaggio, i difetti di articolazione e di pronuncia, la povertà lessicale e inerente alla strutturazione della frase o alla narrazione (scritta e orale). Ma non solo, in età evolutiva possono anche presentarsi problemi organici di deglutizione deviata, detta deglutizione atipica.

  • Campanelli d’allarme.

Abbiamo poi chiesto alla dott.ssa La Guzza, quali siano i segnali rintracciabili in età evolutiva, che possano rendere necessario l’intervento di un logopedista.

«L’apprendimento del linguaggio è un processo molto soggettivo. Le linee guida ci dicono che un bambino di due anni dovrebbe saper pronunciare dalle 100 alle 200 parole circa, oltre ad alcune frasi semplici.

Se il piccolo per esempio pronuncia meno di 50 parole, è consigliato un controllo per intercettare precocemente, e superare, eventuali difficoltà» spiega l’esperta.

«Un bambino di 4 anni invece, oltre a comunicare regolarmente e chiaramente, dovrebbe riuscire a pronunciare correttamente tutti i suoni della lingua. Se così non è, diventa opportuno chiedere l’intervento del logopedista. In linea generale, possiamo affermare che molti bambini “parlatori tardivi” recuperano spontaneamente eventuali difficoltà, collocandosi tra i tre e i quattro anni nella media per competenze verbali. Una piccola parte di essi invece ha bisogno di un aiuto esterno, senza il quale potrebbe maturare un ritardo del linguaggio e/o un conseguente disturbo del linguaggio (che sarà possibile determinare con esattezza attorno i 3-4 anni di età). Un intervento di consulenza o potenziamento precoce può, in alcuni casi, servire a prevenire difficoltà future che diversamente verrebbero diagnosticate tardi» continua la dott.ssa La Guzza.

  • Come funziona la logopedia

In pratica, in cosa consiste la logopedia?

Abbiamo domandato all’esperta quali siano le modalità d’intervento del logopedista e come lo specialista, poi, interagisca con educatori e insegnanti.

«Le  sedute dedicate ai bambini sono molto divertenti e utilizzano lo strumento del gioco. Grazie alla collaborazione dei genitori(che possono essere coinvolti per poter apprendere gli esercizi per casa), è possibile recuperare in breve tempo le difficoltà» afferma la dott.ssa La Guzza.

«Il logopedista fa “da ponte”, ovvero fornisce a educatori e insegnanti informazioni cliniche, strumenti pratici e strategie per permettere al bambino di affrontare e superare  le difficoltà che incontra nell’apprendimento e nella comunicazione, valorizzando i suoi punti di forza» continua l’esperta.

«A tal proposito, Il logopedista può produrre una relazione senza fini diagnostici ma esclusivamente valutativi. Grazie alla collaborazione in équipe con figure abilitate alla diagnosi dei disturbi del linguaggio (psicologo e neuropsichiatra infantile), sarà possibile intraprendere un percorso di valutazione neuropsicologica, che potrebbe produrre una certificazione valida per la scuola» conclude la dott.ssa Anna La Guzza.

L’esperta sottolinea, dunque, l’importanza di rivolgersi a centri abilitati e competenti, in grado di identificare precocemente possibili difficoltà e sostenere la famiglia nel suo complesso.

Di Serena Allevi

Logopedia per l’infanzia e l’adulto a Milano

http://m.donnamoderna.com/mamme/scuola/logopedia-quando-

serve

Tag: DIFFICOLTÀ DI LINGUAGGIO, RITARDO DEL LINGUAGGIO, BALBUZIE, DEGLUTIZIONE ATIPICA, LOGOPEDISTA MILANO

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DOPOSCUOLA – AIUTO COMPITI A DOMICILIO MILANO

Ottobre 2, 2018 in aiuto compiti a domicilio milano, Doposcuola Milano, dsa, scuola da admin

Doposcuola a domicilio anche per

DSA – BES a Milano

Ripetizioni scolastiche anche a domicilio. Milano

Perché un percorso di aiuto compiti?

✔Per imparare a gestire meglio il tempo e alleggerire un carico di compiti troppo pesante!

✔Per rimettere ordine tra le parole, i libri, i quaderni, le consegne degli insegnanti, imparando un metodo strutturato e adeguato alle capacità di ciascun bambino!

✔Per ritrovare tutti insieme l’interesse, la voglia e l’entusiasmo nella scoperta e nell’imparare qualcosa di nuovo!

Come:
Individuale o Piccolo gruppo massimo 5 partecipanti

Dove:
Spazio Luce, Viale Monza 91 Milano, cit. Spazio Luce (sede Centro Amamente).

oppure a DOMICILIO !

Per informazioni e iscrizioni  Cell. 3311842704

o scrivere a centroamamente@gmail.com

🔴 DOPOSCUOLA DSA – BES MILANO

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EDUCAZIONE DEI BAMBINI CON INTELLIGENZA EMOTIVA

Ottobre 1, 2018 in Milano, psicologia infanzia da admin

L’educazione dei bambini con l’intelligenza emotiva.

I bambini più equilibrati e sereni, più sicuri di sé, migliori a scuola e anche i più felici, sono quelli con l’intelligenza emotiva più sviluppata.

Cioè quell’intelligenza che sta alla base dell’autocontrollo, dell’attenzione verso gli altri e dell’empatia.

Sono i risultati di uno studio, durato diversi anni, effettuato dallo psicologo americano John Gottman. Un altro importante risultato della ricerca di Gottman è che questa intelligenza non è innata, ma si può imparare. E gli insegnanti migliori sono i genitori, che possono diventare dei veri e propri allenatori emotivi.

“I nostri studi dimostrano che i figli emotivamente allenati ottengono migliori risultati a scuola, stanno meglio in salute e stabiliscono reazioni più positive con i coetanei. Hanno anche minori problemi di comportamento e riescono a riprendersi più rapidamente dopo esperienze negative. L’intelligenza emotiva permette di essere più preparati ad affrontare i rischi e le sfide della vita” dice lo psicologo.

A partire da questa scoperta Gottman, nel libro “Intelligenza emotiva per un figlio” (Bur), ha messo a punto una guida per insegnare ai genitori a diventare dei bravi allenatori emotivi per i loro figli.

Il genitore deve accettare le emozioni negative dei figli ma non i comportamenti.

Il concetto di allenamento emotivo si basa sulla la capacità di immedesimarsi nei nostri figli, di provare empatia nei loro confronti. “Sfortunatamente l’allenamento emotivo non viene naturale a tutti i genitori solo per il fatto di amare i propri figli” dice Gottman.

Il genitore allenatore è quel genitore che riesce sempre a mettersi nei panni del figlio, che nelle emozioni, anche negative, vede un’occasione di crescita, e che di conseguenza riesce a gestire i momenti di crisi con maggior pazienza, accettando e ascoltando tutti i sentimenti del figlio anche rabbia, tristezza, paura, senza minimizzare, sottovalutare o deridere queste emozioni.

Certo però non è un genitore permissivo: accetta i sentimenti, ma non i comportamenti, che se sbagliati vanno corretti.

Anche se tendenzialmente Gottman sostiene che i bambini allenati emotivamente finiscono per comportarsi meglio dei figli di genitori troppo permissivi o troppo autoritari per tre ragioni:

1) I bambini che hanno la sensazione che i genitori li comprendano e siano davvero interessati alla loro vita non hanno bisogno di recitare e fare scene per attirare la loro attenzione;

2) I bambini allenati emotivamente fin da piccoli imparano a calmarsi da soli e riescono a rilassarsi anche sotto stress;

3) Il legame emozionale tra genitori e figli diventa più stretto e i bambini sono più ricettivi nei confronti delle richieste dei genitori, sono più disposti a compiacere che a deludere.

Nella sua guida  Gottman spiega come diventare buoni allenatori emotivi in cinque passi:

1) Prima di tutto cercate di capire se dietro il comportamento sbagliato di un bambino c’è un disagio, come una gelosia tra fratelli, un inserimento scolastico difficile …

Quando un bambino è arrabbiato, teso, spaventato, il genitore deve fare uno sforzo per immedesimarsi in lui e capire che cosa può aver generato quest’emozione. Un bambino di tre anni non può dire “mi spiace mamma di essere noioso e capriccioso, ma il trasferimento al nuovo asilo mi ha molto stressato”… E’ quindi compito dell’adulto sforzarsi di capire cosa c’è dietro e guardare il quadro generale.

Magari un bambino si comporta male perché geloso del fratellino, oppure è teso per l’ingresso alla materna, magari si è spaventato perché ha sentito un litigio tra i genitori o ha respirato qualche tensione in famiglia. “Quando vi accorgete di provare quello che prova vostro figlio, ecco che state provando l’empatia, che è al fondamento dell’allenamento emotivo. Quando siete sintonizzati sull’emozione del figlio potete passare alla fase successiva.

2) Considerate il momento di crisi di vostro figlio come una buona occasione per allenarlo emotivamente

Quando vostro figlio scoppia in lacrime, oppure è rabbioso o noioso, anziché innervosirvi e farvi travolgere da emozioni negative, state tranquilli e pensate a questo momento come una grande occasione per allenare vostro figlio emotivamente. Un altro atteggiamento assolutamente da evitare è ignorare o sminuire le emozioni negative  pensando che passino da sole o che non siano importanti. I bambini hanno invece bisogno di imparare a capire quello che provano sentendoselo dire dai genitori e per non crescere con delle insicurezze hanno bisogno di sentirsi compresi.

Il  consiglio di Gottman è imparare a riconoscere le emozioni prima che sfocino in crisi. Cercate di risolvere insieme i problemi prima che scoppino. Ad esempio se il vostro bimbo è teso per la prossima visita dentistica, è meglio parlare di questa paura il giorno prima della visita e non aspettare la crisi di pianto nello studio dentistico; Se un bambino rompe un giocattolo mostrate subito interesse e preoccupazione, così imparerà che siete alleati e potete collaborare ed eviterà di fare una sceneggiata.

3) Ascoltate i sentimenti di vostro figlio senza giudicare né dare soluzioni

Quando siete ben consapevoli che il momento di crisi di vostro figlio è un’opportunità per insegnare e risolvere i problemi allora siete pronti per la fase più importante: l’ascolto empatico. Sedetevi alla sua altezza, parlate in modo rilassato, dedicate del tempo, dimostrate di capire quello che prova ed evitate critiche. La cosa più importante in questa fase è riconoscere il sentimento dei figli e non dare soluzioni o contraddirli pensando di minimizzare un problema.

Ad esempio: una mamma vede la sua bambina triste e le chiede che cosa ha. La bimba racconta che all’intervallo le sue amiche non giocano più con lei. La mamma d’istinto le direbbe di non preoccuparsi e di giocare con altre. Ma questo sarebbe come dire che il suo è un problema futile e sminuire l’emozione di tristezza della figlia. Per essere empatica la mamma deve ascoltare bene tutta la storia della figlia,  indagare su quello che prova facendo domande, tipo: “Questo problema ti fa star male, vero?”.

4) Aiutare il bambino a trovare le parole per definire le emozioni che prova

Una fase estremamente importante dell’allenamento emotivo, consiste nell’aiutare i bambini a dare un nome alle emozioni che stanno provando. “Fornire ai figli le parole può aiutarli a trasformare una sensazione amorfa e sgradevole in qualcosa di definibile e quindi con confini ben precisi, come ogni altro normale elemento all’interno della vita quotidiana. La collera, la tristezza e la paura diventano così espressioni comuni a tutti e che tutti sono in grado di gestire.” dice Gottman.

“Il bambino così non solo si sente compreso, ma ora ha anche una parola per definire il suo stato d’animo”. Studi specifici hanno dimostrato che dare un nome alle emozioni ha un effetto rasserenante sul sistema nervoso e aiuta i bambini a uscire più in fetta dalle situazioni di turbamento. Quindi per essere bravi allenatori emotivi dovete aiutare i piccoli a sviluppare un vocabolario con cui esprimere le emozioni. Continuando con l’esempio di prima, dopo aver bene ascoltato la storia della bambina la mamma  può dire “anch’io ci rimarrei male se le mie amiche si comportassero così”, “capisco che tu sia triste”.

5) Porre dei limiti ai comportamenti sbagliati e aiutare il bambino a trovare da solo la soluzione al problema

Dopo aver riconosciuto l’emozione che sta dietro un comportamento sbagliato, esservi messi nei panni del piccolo, aiutarlo a dare un nome a quello che prova, ora dovete fargli capire che se anche il sentimento e l’emozione negativa sono comprensibili certi comportamenti sono inaccettabili. E’ infatti compito dei genitori porre dei limiti a capricci e comportamenti sbagliati o pericolosi.

Ad es: “ Sei infuriato perché il tuo amico ti ha preso il giocattolo. Anch’io sarei arrabbiato. Ma non va bene che lo picchi. Che cosa potresti fare invece?” oppure “Va bene sentirsi geloso di tua sorella. Ma non va bene dirle quelle cose cattive. Non riesci a pensare a un altro modo di affrontare questi sentimenti?”.

Gottman si raccomanda che nel riprendere un bambino, il genitore agisca in modo fermo ma senza ledere la dignità del piccolo. Da evitare quindi sculacciate e altre punizioni umilianti. Può funzionare l’esclusione temporanea (allontanare il bimbo finché non si è calmato) ma bisogna farlo con molta sensibilità, quindi senza usare atteggiamenti bruschi o urla.

Una volta che avete fermato le urla e i pianti del bambino, dovete aiutarlo a risolvere il problema.

Prima di tutto chiedete al bambino che cosa vorrebbe. “E’ importante, tuttavia, astenersi da un intervento troppo pressante. Se volete veramente che vostro figlio si impadronisca delle conclusioni, dovreste incoraggiarlo a generare da solo le sue idee”.

Per aiutare un bambino piccolo a trovare da solo la soluzione al problema che lo affligge potreste inscenare un gioco di fantasia, come usare delle bambole e sceneggiare le due versioni di una soluzione (quella giusta e quella sbagliata). Ad esempio: due bambole possono essere coinvolte nella lite per un giocattolo. Nel primo scenario, la bambola afferra il giocattolo senza nemmeno chiederlo. Nella seconda, la bambola chiede di poter prendere il gioco e propone all’altra bambola di giocare insieme.

Con ragazzi più grandi potete mettervi insieme a pensare diverse soluzioni, anche scrivere una lista su un foglio e poi depennare quelle che non gli piacciono.

Una tecnica per aiutare a visualizzare una soluzione è stabilire dei rapporti tra trionfi passati e futuri. “Potete ricordargli un obiettivo già raggiunto e poi incoraggiarlo a visualizzarlo, cercando di ottenere qualcosa di nuovo con un successo analogo”.

Ad esempio, una bambina che non va volentieri alla materna perché non si trova bene a giocare con una compagna, le si può dire: “Vedo che questo problema ti fa stare male… Ti ricordi qualche altra volta che ti sei sentita così?”. La bimba potrebbe rispondere: “Sì, quando un compagno mi tirava i capelli”. A questo punto le si può chiedere che cosa aveva fatto in quella situazione, in questo modo la bimba visualizza come aveva risolto con successo quel problema e l’aiuta ha trovare una soluzione analoga.

Una volta che un bambino propone una o più soluzioni voi potreste aiutarlo a valutare qual è quella giusta chiedendogli: “Pensi che funzionerà?” “Come pensi di sentirti dopo? Come si sentiranno gli altri?”.

Utile è raccontare come avete affrontato voi problemi simili da piccoli e che cosa avete imparato da quella esperienza.

Infine se vostro figlio propende per una soluzione per voi sbagliata, ma comunque innocua, fategliela pure mettere in pratica. Così se fallirà potrete incoraggiarlo a saggiare un’altra opportunità. Inoltre la soluzione sbagliata di un problema aiuta i bambini a analizzare i loro errori e i piccoli imparano molto dai loro sbagli.

Centro di Psicologia logopedia autorizzato a Milano

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Fonte

https://www.nostrofiglio.it/bambino/bambino-3-6-anni/psicologia-3-6-anni/educazione-bambini-con-l-intelligenza-emotiva

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ESERCIZI DI LOGOPEDIA PER BAMBINI

Agosto 19, 2018 in Centro logopedia milano, Disturbi.Logopedia, Esercizi logopedia, logopedia milano, logopedista milano, Milano da admin

Logopedia:

Esercizi di logopedia e consigli per i genitori.

Centro Logopedia per Adulti -Bambini Autorizzato DSA Milano

http://www.milanologopedista.it

https://www.centropsicologicomilano.it

Diagnosi precoce Logopedia

Lo sviluppo delle abilità comunicative nel bambino, insegna la logopedia avviene assai rapidamente: già a partire dalla prima infanzia e prima della comparsa della prima parola.

La logopedia dell’età evolutiva individua varie tappe dello sviluppo linguistico del bambino e l’età media in cui queste vengono  effettivamente raggiunte.

Tempi di acquisizione del linguaggio che variano ampiamente da bambino a bambino e che dipendono non solo dalle abilità innate di quest’ultimo, ma anche dall’ambiente linguistico più o meno stimolante in cui è immerso.

Il che rende difficile prevedere con certezza l’esatto sviluppo linguistico del minore.

Ma cosa succede quando i genitori si scoprono nel loro bambino evidenti difficoltà nel linguaggio, quando cioè questi tarda a parlare o pronuncia male o maniera indecifrabile parole anche semplici?

La Logopedia e i logopedisti esistono proprio per questo: sostenere il bambino attraverso una terapia riabilitativa programmata, fatta di semplici ma fondamentali esercizi ad hoc, studiati apposta affinché il bambino possa appropriarsi del “codice lingua” e migliorare, quindi, sensibilmente le proprie chance comunicative.

La prima e l’ ultima tappa di ogni terapia passano dal logopedista, che, con esercizi mirati e suggerimenti sullo stile di vita, accompagna, attraverso un training specifico, il bambino alla corretta padronanza degli strumenti espressivi.

Gli esercizi di logopedia sono scelti di volta in volta, in base alle necessità del bambino, ma gli obiettivi sono sempre gli stessi. Ci sono esercizi logopedici per tutte le esigenze, tutti più o meno compatibili tra di loro, ma differenziati,  a seconda del deficit palesato, attraverso cui il logopedista procede al recupero funzionale del linguaggio:

  • esercizi per lo sviluppo della memoria e dell’attenzione;
  • esercizi per lo sviluppo della percezione uditiva;
  • esercizi per lo sviluppo della laterità
  • ;esercizi per lo sviluppo dell’organizzazione spazio temporale;esercizi per sviluppo percezione della direzione, dimensioni fisiche e organizzazione spaziale;
  • esercizi di educazione allo schema corporeo;
  • esercizi di stimolazione delle capacità motorie;
  • esercizi di riscaldamento logopedico;
  • esercizi per lo sviluppo delle capacità linguistiche.

Lo specialista in Logopedia somministra esercizi specifici sia per orientare e valutare lo sviluppo linguistico del bambino, sia in comprensione che in produzione, che per analizzare il linguaggio in diverse situazioni, identificando eventuali fattori che rallentano lo sviluppo linguistico.

Obiettivo degli esercizi di logopedia è quello di costruire memoria, alfabeto, fonetica e articolazione della voce. Esercizi tipici che la logopedia racchiude in tre famiglie principali:

Attività di stimolazione linguistica:

Il terapeuta coinvolge il bambino in una conversazione giocosa, utilizzando libri, immagini, oggetti, pupazzi e giochi di ruolo. L’idea di base, è quella di colmare il gap cognitivo del bambino rispetto al vocabolario.

Combinazioni di parole sono spesso utilizzate per creare la consapevolezza della sintassi e della semantica del linguaggio. Pronuncia corretta ed esercizi di ripetizione sono, invece, impiegati per migliorare la fluenza.

Attività di stimolazione foniatrica:

questi esercizi che fare con la produzione del suono e fonetica. I terapisti correggere il suono e sillabe, durante le attività di gioco.
Dimostrazioni sul movimento della lingua, per produrre suoni specifici, sono dati.Attività di stimolazione motoria: include esercizi di rafforzamento muscolare. Alcuni terapisti utilizzano diverse texture alimentari per aiutare i ragazzi a capire i processi di mangiare e di deglutizione o attraverso appositi test psicomotori tesi a stimolare la percezione spazio-temporale.

Attraverso esercizi di logopedia ad hoc, il “medico del linguaggio” insegna ai piccoli pazienti a gestire la voce in tutte le occasioni e a prevenire disturbi futuri, lavorando sulla postura e sui muscoli del corpo e del collo, nonché sulla respirazione (utilizzando correttamente il diaframma, il muscolo che fa espandere i polmoni.
In logopedia, aldilà dei diversi approcci al recupero funzionale del bambino, esiste tuttavia un denominatore comune.

Tutti gli esercizi  sono  integrati con l’utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi: le attività e gli strumenti ludico-formative. Ed è qui che il gioco, in quanto attività plastica e congeniale all’individuo negli anni di crescita, diviene strumento terapeutico impareggiabile in Logopedia.

La partecipazione ludica alla terapia rieducativa è, infatti, condizione indispensabile per raggiungere i risultati desiderati.

Imitazione e primo linguaggio favoriscono la nascita del pensiero astratto e della rappresentazione mentale, quindi della consapevolezza del mondo circostante.

Il gioco nella logopedia esplica, inoltre, un’ineludibile funzione sociale: lo scambio relazionale che si instaura giocando favorisce la creatività del bambino e lo rende protagonista attivo del gioco stesso, in cui l’apprendimento si lega alla capacità di imparare inventando, riapplicando in modo originale ciò che ha appreso: movimento, attività mentali, linguaggio.

Lo sviluppo linguistico nel bambino, si è detto, non è né rigido né uniforme, ma varia da bambino a bambino. L’età di acquisizione del linguaggio non va quindi  considerata rigidamente.  Spesso, però,  quando si è genitori e si pensa che lo sviluppo linguistico del proprio bambino sia lento o irregolare, si agisce di impulso: ci si confronta con altri genitori, parenti o con il medico pediatra, si fanno ricerche, si applicano rimedi “logopedici” fai da te.

Il primo ostacolo da abbattere è l’ansia, sempre comprensibile ma spesso esasperata, di mamma e papà di risolvere la “disfunzione” senza attendere che siano decorsi gli opportuni tempi “biologici”.  Ma quando il problema è reale e l’intervento della logopedia indispensabile, il ruolo dei genitori non può che rappresentare una risorsa “terapeutica” insostituibile.

Mamma e papà, insistono gli specialisti, possono molto nel recupero del bambino che inizia a presentare disfluenze ed esitazioni verbali , accompagnandolo quotidianamente e responsabilmente nel percorso terapeutico.

Di seguito  suggeriamo una rassegna di consigli e raccomandazioni utili ai genitori per allenare/guidare il bambino logopatico alla corretta acquisizione del linguaggio attraverso percorsi di logopedia continui, più diretti e meno invasivi:

  • mostrate disponibilità all’ascolto ed affezione incondizionata al bambino;adottate un linguaggio semplice, rallentato in presenza del bambino, offrendo un “modello” verbale chiaro e preciso, in particolare dopo aver ascoltato la difficoltà del bambino, senza scadere nell’artificiosità e “stranezza”.
  • Modellate il linguaggio senza anormalità, lentamente e con frequenti pause d’accentazione;modellate l’eloquio in modo disteso, consigliando la stessa modalità agli altri membri della famiglia;evitate che il bambino acquisti familiarità al “suono” del suo linguaggio, fissandolo acusticamente;
  • privilegiate un vocabolario elementare e frasi corte;
  • non interrompete o anticipate le frasi o finire il discorso del bambino.
  • Rispettate i “turni” d’inserimento verbale e non sovrapponetevi mentre si parla;attendete che formuli la frase o discorso con disponibilità e attenzione;utilizzate pause nel discorso e nella comunicazione, aumentando la pause tra una richiesta e la su risposta, offrendo una minore pressione “temporale” al “linguaggio” del bambino che percepirà un clima di distensione e tranquillità.
  • commentate singole situazioni o momenti del fare, piuttosto che porre frequenti domande che affaticano il bambino;
  • durante i momenti di maggiore difficoltà verbale offrite al bambino le più ampie occasioni di linguaggio e la possibilità di parlare liberamente stimolato da percorsi ludici a lui particolarmente interessanti e gradevoli;
  • organizzate percorsi e momenti di attività non-verbali, di costruzione, ecc., che possano “scaricare” ed alleggerire la tensione verbale, valorizzando forme comunicative alternative;evitate “competizioni verbali” . Ad es. obbligare a raccontare eventi ad amici o parenti, al fine di limitare e contenere la «pressione» del livello di costruzione verbale del bambino;
  • evitate reazione emotive ai blocchi verbali come una particolare mimica del volto, distogliendo lo sguardo, ecc;preparate il bambino ad affrontare situazioni nuove simulando l’evento, tranquillizzando i suoi livelli d’eccitazione ed ansia naturali,non evidenziate al bambino le sue difficoltà verbali. Invitandolo alla “calma”, a “prendere il fiato”, “a parlare lentamente”, ad “aprire di più la bocca”, “a rallentare”, a “pensare a quello che deve dire” si comunica la sua diversità, si comunicano forti livelli d’ansia che appartengono all’adulto ma non al bambino che “vive la difficoltà” ma non la “prova” ancora. Il bambino potrebbe equivocare la natura dello stimolo interpretandolo come un rimprovero;le pressioni dei genitori spingono il bambino a prendersi carico della sua esecuzione verbale, compromettendo il carattere di spontaneità e naturalezza della comunicazione;
  • se il bambino sottolinea la sua difficoltà verbale, presentategli il fatto che tutte le persone hanno difficoltà ed esitazioni verbali quando stanche o particolarmente agitate;evidenziate le sue qualità, capacità e punti di forza;ricordate che molti bambini fino a 6/7 anni presentano disfluenze normali fisiologiche e di sviluppo in un quadro personale assolutamente normale e non logopatico. Difficoltà che regrediscono naturalmente all’interno di relazioni parentali positive e serene.dimostrate il piacere di comunicare durante le situazioni routinarie (vestirsi, mangiar, lavarsi, andare a dormire);
  • sfruttate i diversi contesti che si creano durante la giornata per descrivere e raccontare ciò che vi circonda (una passeggiata al parco, andare a fare la spesa, preparare la torta);proponete canzoncine e filastrocche abbinandovi gesti e mimica che diano significato alle parole;proponete libri figurati e commentateli con lui..

Centro logopedico Specialistico per infanzia e adulti a Milano .

Fonte: http://www.controcampus.it/2013/12/logopedia-esercizi-di-logopedia-e-consigli-per-genitori/
In collaborazione con Matteo Napoli

da admin

I CAPRICCI : I NO E I SI CHE AIUTANO A CRESCERE

Marzo 19, 2018 in EMOTIVITÀ, psicologia milano da admin

I CAPRICCI DEI BAMBINI: COME COMPORTARSI?

Centro di Psicologia per l'infanzia e l'adolescenza Milano

Per un genitore oggi è molto difficile dire NO ai propri figli.

Dire di si o dire di no?
E’ un dibattito acceso anche tra gli psicologi

La brutta notizia è che i genitori perfetti non esistono. 
La bella notizia è che i genitori perfetti non aiutano i figli a crescere.

Sicuramente le richieste dei bambini oggi sono molto pressanti e i genitori fanno fatica a dire di no e mettere dei confini e delle regole.
Oggi i bambini sono molto diversi rispetto ai bambini di qualche decina di anni fa, risultato anche di una pressione continua da parte dei media.
Secondo Asha Phillip “I No aiutano a crescere”

I bambini per crescere hanno bisogno di regole chiare e precise e i NO sono indispensabili per la loro crescita, anche se ciò comporta una certa dose di fatica per un genitore.

Un bambino deve confrontarsi con la realtà e la frustrazione.
Il limite è importante perché il bambino deve imparare a tollerare la frustazione, ad attendere, ad avere pazienza.
Il bambino deve imparare che la realtà è un’altra cosa rispetto alla fantasia.
Nella mente di un bambino tutto è possibile e realizzabile, i bambini si sentono onnipotenti nei loro pensieri e nelle loro richieste, così come sentono onnipotenti i loro genitori nel realizzarle.

Un genitore che davanti ad una richiesta pone un confine è sentito come qualcosa di inaccettabile.
E’ per questo che le reazioni dei bambini ai NO sono cosi forti.

Per esempio ai primi passi, sorge anche la necessità di porre al bambino dei limiti, sia per garantire la sua sicurezza, sia per conciliare i suoi comportamenti con i bisogni e i ritmi del resto della famiglia.
A questa età i bambini comprendono solo cose molto concrete, non rimproveri astratti o esortazioni.
Capiscono benissimo che non devono saltare sul divano buono se la mamma, appena lo fa, prontamente dice «No» e tira giù il bambino dal divano.
Tutte le volte; perché lo rifarà comunque più volte, prima di imparare.

Quello che noi psicologi sosteniamo è che le regole per un bambino devono essere proporzionate all’età.
Attorno ai 3-4 anni le regole devono essere poche e chiare. (il sonno..il cibo..per esempio )
Queste poche regole devono essere condivise e veramente sentite da entrambi i genitori.
Altrimenti il segnale è di estrema confusione.
Il bambino ha bisogno di avere dei confini e dei limiti ben precisi.
Un No, detto in maniera decisa ma non aggressiva, può essere un regalo che facciamo ai nostri bambini perché gli trasmettiamo un senso di realtà, sicurezza, protezione, unità, creatività.
Non dobbiamo trascusare però l’importanza dell’ascolto e della consapevolezza di un genitore in rapporto al capriccio del figlio.

Renato Palma, risponde con “I SI che aiutano a crescere”
Un SI’ permette di instaurare una buona relazione, rispetto, autonomia, fiducia, libertà, un rapporto paritario, permette di trasmettere capacità di accompagnare piuttosto che contrastare, dare soluzioni piuttosto che imporre limiti.
La richiesta più profonda del bambino è accompagnamento, tempo, amore e disponibilità non regole ferree e limiti invalicabili.
Le regole sono necessarie ma non devono essere imposte, piuttosto costruite assieme ai nostri bambini.
Bisogna essere gentili con i bambini.
L’uso della forza nella relazione con i bambini andrebbe ripensata e in un regime dittattoriale possiamo formare solo dittatori o dei ribelli.

Voi quante volte al giorno rimproverate vostro figlio?
Da qualche parte ho letto una di quelle statistiche dell’ultim’ora che diceva una volta ogni mezzora.
I no vanno bene ma con parsimonia.
Il rischio è quello di assuefare il bambino, che stordito di NO, non li ascolta più.
Un divieto può essere rivolto in positivo.
Invece di dire «Non stare in cucina», meglio dire «Stai in salotto».
La parola «No» è facile da pronunciare, ma attenzione a non inflazionarla.
Invece di dire “non bisogna parlare tutti in una volta in classe” la mestra potrebbe dire “si parla uno alla volta”.
In questo modo oltre al divieto (sottointeso) ho dato la giusta alternativa. Invece di limitare e basta do una possibilità.

Per ESEMPIO:
Se il bambino sta lanciando pietre, dirgli «Non si lanciano le pietre» servirà a poco; funzionerà molto di più far sparire le pietre dalla circolazione, oppure trattenere la mano del bambino, o meglio ancora, proporre un’alternativa: «Perché invece non tiri questa pallina?»
Meglio, quando possibile, dire «Sì», ovvero proporre, guidare, indicare una direzione, piuttosto che negare o sbarrare la strada.
I nostri bimbi lo comprenderanno più prontamente e accetteranno più volentieri il nostro invito, specialmente se avremo saputo farci interpreti, al di là della richiesta spicciola, dei loro bisogni più profondi.
Il problema reale per un genitore, a mio avviso, più che dire di si o dire di no, è quello di imparare a stare in ascolto del proprio figlio.
Quello che noi definiamo Capriccio (perché si oppone alle regole che abbiamo prestabilito) è in realtà un messaggio criptato che il bambino ci lancia e che noi abbiamo il DOVERE di interpretare.

Cosa lo ha scatenato?

Come posso prevenirlo la prossima volta?

Quale atteggiamento sarebbe meglio adottare la prossima volta?

L’atteggiamento critico è quindi fondamentale.

Il capriccio è sicuramente l’espressione di un bisogno che a volte può essere ragionevole.

Il capriccio può esprimere il bisogno di indipendenza (a 2 -3 anni), richiesta di affetto, fame, dolore, stanchezza, oppure una serie di emozioni quali paura, rabbia, gelosia… una serie di vissuti e di messaggi spesso molto sensati.
Il messaggio è diverso a seconda dell’età del bambino, del contesto, degli antecedenti, del nostro sguardo sul mondo.
I capricci insomma, sono da considerare un passaggio obbligato nell’evoluzione del bambino.
Sta al buonsenso di ogni genitore scegliere quando accontentare e quando no., sulla base della richiesta sottesa.

Liberamente tratto e rivisitato dall’intervista rilasciata Sabato 12 Maggio 2012 su Radio Hinterland (Milano) per il programma Genitori 3.0

Centro Psicologico per l’infanzia e l’adolescenza Milano

http://www.professionemamma.it/professione-mamma/i-racconti-di-laura-itinerario-pedagogico/539-i-capricci-i-no-o-i-si-che-aiutano-a-crescere.html

Capricci: i NO o i SI che aiutano a crescere

da admin

OSTEOPATIA PER ADULTI E BAMBINI MILANO

Febbraio 9, 2018 in psicologia infanzia da admin

Osteopata per bambini e adulti.

OSTEOPATIA MILANO

  • Dolore alla schiena e tensione alle spalle?
  • Problemi di digestione?
  • Problemi posturali?
  • Difficoltà deglutitorie?
  • Insonnia e difficoltà a rilassarsi?

Il Centro Amamente, nella continua ricerca del benessere fisico e mentale, offre un nuovo servizio di osteopatia che, eliminando le problematiche che ostacolano il corretto funzionamento del sistema neuromuscolare del paziente, permette di ripristinare la funzionalità delle strutture ossee, muscolari e viscerali, indirizzando il corpo verso uno stato di benessere psicofisico.

Chi è l’osteopata?

L’osteopata è un professionista sanitario che consegue il suo titolo dopo cinque anni di studi ed esercizio pratico, durante i quali sviluppa le competenze palpatorie e cliniche per poter comprendere e valutare chi si rivolge a lui.
Cosa cura?
L’osteopata non si occupa della malattia, ma di ricercare la salute in ogni paziente, il che lo spinge ad avere una visione più completa e non segmentale sulla persona che ha di fronte.La consapevolezza che il corpo e la mente siano in sincronia e che si influenzino continuamentepermette al terapista di individuare numerosi dei problemi che spesso non trovano soluzione nel trattamento farmacologico classico, e che rimangono pertanto irrisolti.

Peocitazioni e degli input neuromuscolari, in cui il sottoposto non dovrà collaborare in prima persona, ma semplicemente lasciarsi guidare nella strada per la salute.

I bambini traggono giovamento dal trattamento osteopatico, sia in termini di prevenzione che di sostegno a patologie più gravi, anche legate alla disabilità. Si può intervenire su sintomi collaterali alle patologie del neurosviluppo: asimmetrie degli arti inferiori, scoliosi, dolori agli arti, asimmetrie craniali, rigidità e dispnea, piede torto. I neonati vengono aiutati a risolvere il torcicollo miogeno e altre problematiche relative al parto.

Come prendere appuntamento?
Scrivendo a centroamamente@gmail.com oppure chiamando la Dott.ssa La Guzza al 331 1842704.

Dove:
Centro Amamente Milano, Via Pietro Calvi 5
OSTEOPATA MILANO

da admin

LABORATORIO PER BAMBINI DAI 3 AI 5 ANNI A MILANO

Settembre 12, 2017 in Doposcuola Milano, EMOTIVITÀ, laboratori, laboratorio 3-5 anni Milano, laboratorio prescolastico, leggere, Milano, percezione attenzione, psicologia infanzia, scuola, teatroterapia da admin

LABORATORIO PRE-SCUOLA BAMBINI 3 -5 ANNI A MILANO

LABORATORIO PRE-SCOLASTICO PER BAMBINI 3-5 ANNI

IMPARARE È DIVERTENTE 😊

Pronti per la Scuola!
Martedì dalle 16.30 alle 18.30
Mercoledì dalle 16.30 alle 17.30

Il Centro Amamente, centro per l’infanzia e la famiglia, propone da Settembre 2017 un divertente laboratorio in piccolo gruppo attraverso il quale i piccoli tra i 3 e i 5 anni impareranno giocando e miglioreranno le loro abilità nel linguaggio, nel disegno, nel movimento, nella capacità di gestire le emozioni e rispettare le regole, nell’attenzione, prerequisiti fondamentali per qualsiasi apprendimento future (lettura, scrittura, calcolo ecc).

Laboratorio 3 -5 anni -Linguaggio, attenzione, pre lettura, pre scrittura, Milano

Tra le varie attività, condotte da educatrici e psicologhe specializzate in età evolutiva, verranno proposte:

Manipolazione
Disegno e pittura
Gioco simbolico e di ruolo (travestimenti, creazione di piccole scenette..)
Giochi di attenzione
Ampliamento del vocabolario
Giochi di ritmo e musicalità
Giochi di movimento e psicomotricità
Pre-calcolo
Pre-lettura
E……. tanto altro!😊

 

Costo: 20€ l’ora

Dove: Centro Amamente, Viale Monza 91, Milano (M1 Rovereto)

Info: centroamamente@gmail.com

Dott.ssa Anna La Guzza, Centro Amamente psicologa coordinatrice d’équipe

Cell. 3311842704

LABORATORIO PER BAMBINI SULLE EMOZIONI

da admin

ANORESSIA E BULIMIA – DISORDINI ALIMENTARI

Maggio 30, 2017 in anoressia bulimia, Disturbi alimentari, psicologia milano, psicoterapeuta Milano da admin

DISTURBI ALIMENTARI

ANORESSIA E BULIMIA. DISORDINI ALIMENTARI.

Come si manifestano:
I disordini alimentari, di cui anoressia e bulimia nervosa sono le manifestazioni più note e frequenti, sono diventati nell’ultimo ventennio una vera e propria emergenza di salute mentale per gli effetti devastanti che hanno sulla salute e sulla vita di adolescenti e giovani adulti. Negli Stati Uniti, le associazioni mediche che si occupano di disordini alimentari non esitano a definirli una vera e propria epidemia che attraversa tutti gli strati sociali e le diverse etnie.

Se non trattati in tempi e con metodi adeguati, i disordini alimentari possono diventare una condizione permanente e nei casi gravi portare alla morte, che solitamente avviene per suicidio o per arresto cardiaco.

Secondo la American Psychiatric Association, sono la prima causa di morte per malattia mentale nei paesi occidentali. Uno studio pubblicato sulla rivista inglese The Lancet indica che la ricerca sui trattamenti è molto più avanzata nel caso della bulimia nervosa, dove sono stati svolti più di cinquanta studi e trial e una gestione secondo pratiche basate sull’evidenza è possibile. Minore attenzione, invece, si sarebbe dedicata finora a ricerche sui possibili trattamenti di anoressia nervosa e delle altre forme di disordine alimentare.

Anoressia e bulimia sono malattie complesse, determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo, che quindi richiedono un trattamento sia del problema alimentare in sé che della sua natura psichica. L’obiettivo è quello di portare il paziente, attraverso terapie mirate a modificare i comportamenti e l’attitudine, a adottare soluzioni di gestione dei propri stress emotivi che non siano dannose per la propria salute e a ristabilire un equilibrato comportamento alimentare. Possono manifestarsi in persone di diverse età, sesso, provenienza sociale, ma sono solitamente più comuni in giovani donne in età compresa tra i 15 e i 25 anni.

  • Da cosa nasce un disordine alimentare?
    Al centro del disordine alimentare, che si manifesta come malattia complessa, risultante dall’interazione di molteplici fattori biologici, genetici, ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici, c’è comunque da parte del paziente una ossessiva sopravvalutazione dell’importanza della propria forma fisica, del proprio peso e corpo e una necessità di stabilire un controllo su di esso.  Tra le ragioni che portano allo sviluppo di comportamenti anoressici e bulimici, si evidenziano, oltre a una componente di familiarità (studi transgenerazionali e sui gemelli hanno dimostrato che i disordini alimentari si manifestano con più probabilità tra i parenti di una persona già malata, soprattutto se si tratta della madre), l’influenza negativa da parte di altri componenti familiari e sociali, la sensazione di essere sottoposti a un eccesso di pressione e di aspettativa, o al contrario di essere fortemente trascurati dai propri genitori, il sentirsi oggetto di derisione per la propria forma fisica o di non poter raggiungere i risultati desiderati per problemi di peso e apparenza. Per alcune persone, si tratta di una tendenza autodistruttiva che le porta ad alterare il proprio comportamento alimentare o ad abusare di alcol o droghe.

L’anoressia e la bulimia però possono anche dipendere dal fatto che l’individuo subisca situazioni particolarmente traumatiche, come ad esempio violenze sessuali, drammi familiari, comportamenti abusivi da parte di familiari o di persone esterne, difficoltà ad essere accettati socialmente e nella propria famiglia. Uno dei motivi per cui una ragazza inizia a sottoporsi a una dieta eccessiva è la necessità di corrispondere a un canone estetico che premia la magrezza, anche nei suoi eccessi. Secondo molti psichiatri, infatti, l’attuale propensione a prediligere un modello di bellezza femminile che esalta la magrezza ha conseguenze devastanti sui comportamenti alimentari di molte adolescenti.

Effetti fisici e psicologici
Gli effetti dei disordini alimentari sono molto pesanti, sia sotto il profilo fisico che quello psicologico. Dal punto di vista fisico, gli effetti della malnutrizione comportano ulcere intestinali e danni permanenti ai tessuti dell’apparato digerente, disidratazione, danneggiamento di gengive e denti, seri danni cardiaci, al fegato e ai reni, problemi al sistema nervoso, con difficoltà di concentrazione e di memorizzazione, danni al sistema osseo, con accresciuta probabilità di fratture e di osteoporosi, blocco della crescita, emorragie interne, ipotermia e ghiandole ingrossate.
Le  ripercussioni psicologiche, invece, comportano depressione, basso livello di autostima, senso di vergogna e colpa, difficoltà a mantenere relazioni sociali e familiari, sbalzi di umore, tendenza a comportamenti manichei e maniacali, propensione al perfezionismo.

Sintomi e caratteristiche
I disordini alimentari comprendono numerose condizioni diverse. Le più note e comuni sono anoressia e bulimia nervosa.

Anoressia nervosa
Una persona diventa anoressica quando, riducendo o interrompendo la propria consueta alimentazione, scende sotto l’85% del peso normale per la propria età, sesso e altezza.

L’anoressia è conseguente al rifiuto ad assumere cibo, determinato da una intensa paura di acquistare peso o diventare grassi, anche quando si è sottopeso.

Spesso, una persona anoressica comincia con l’evitare tutti i cibi ritenuti grassi e a concentrarsi su alimenti ‘sani’ e poco calorici, con una attenzione ossessiva al contenuto calorico e alla composizione dei cibi e alla bilancia. Frequentemente i pasti vengono evitati o consumati con estrema lentezza, rimuginando a lungo su ogni boccone ingerito. Il corpo viene percepito e vissuto in modo alterato, con un eccesso di attenzione alla forma e con il rifiuto frequente ad ammettere la gravità della attuale condizione di sottopeso.

Diagnosticare l’anoressia non è sempre semplice in soggetti molto giovani, perché i cambiamenti fisici che accompagnano l’adolescenza e che comportano squilibri di peso e altezza possono mascherarne le prime fasi.

Nei bambini, è più comune che l’anoressia si manifesti attraverso altri sintomi, come la nausea e il sentimento di non fame.

Nelle ragazze, invece, uno dei sintomi più classici è l’interruzione del ciclo mestruale per almeno tre mesi successivi, sintomo che però non si applica a giovani adolescenti che ancora non abbiano avuto il menarca o, al contrario, alle ragazze che prendono la pillola anticoncezionale.

L’anoressia si manifesta in due modi:
con restrizioni, determinata dalla riduzione costante della quantità di alimenti ingeriti con abbuffate e successiva eliminazione: alimentazione compulsiva seguita da vomito autoindotto, uso inappropriato di pillole lassative e diuretiche, iper-attività fisica per perdere peso.
La persona anoressica diventa così ossessionata dal cibo che la propria vita finisce con l’essere totalmente incentrata sulla questione alimentare, impedendo di provare interesse e entusiasmo verso qualsiasi altra cosa.

Bulimia Nervosa
Una persona bulimica si abbuffa in modo molto diverso da quello che avviene quando normalmente si mangia troppo. Le caratteristiche tipiche del comportamento bulimico sono:
ingestione di una quantità eccessiva di cibo, a volte per un totale di diverse migliaia di calorie, in un arco di tempo molto stretto, per esempio nel giro di due ore, e solitamente di nascosto da altri
la sensazione di non poter smettere di mangiare e di non poter controllare il proprio comportamento
l’abbuffata è preceduta e seguita da uno stress emotivo molto forte
Dopo aver mangiato in modo così eccessivo, la persona bulimica generalmente si sente in colpa e tende a punirsi vomitando, ingerendo pillole diuretiche e lassativi con l’intento di dimagrire. Se questo comportamento diventa ripetitivo, ad esempio si manifesta due volte alla settimana per tre mesi, si è di fronte a un chiaro segnale di disordine alimentare. Raramente, i pazienti bulimici non si infliggono alcuna punizione.

A lungo andare, un soggetto bulimico entra in una fase di depressione e di disgusto verso se stesso e cerca di occultare il proprio comportamento agli altri, anche se la propria forma e apparenza fisica finiscono con il diventare una ossessione permanente e con l’avere forti ripercussioni sulla propria autostima. Una persona bulimica può essere di peso normale, sottopeso o sovrappeso, diversamente da una anoressica che è sempre sotto peso. Inoltre, il peso di un soggetto bulimico può variare enormemente e oscillare, fatto che può essere utilizzato come sintomo dell’esistenza di un disordine alimentare.

Oltre all’anoressia e alla bulimia, esiste anche un genere di disordine alimentare non definito. Non tutti i casi sono infatti esattamente descrivibili nell’arco dei sintomi tipici di anoressia e bulimia. Alcuni soggetti, ad esempio, iniziano con una forma di anoressia ma poi, incapaci di mantenere il basso peso, scivolano verso comportamenti bulimici. Secondo l’American Psychiatric Association, la metà dei pazienti anoressici finiscono con l’avere anche sintomi di bulimia, e in qualche caso i pazienti bulimici sviluppano comportamenti anoressici.

Centro Psicologico Amamente trattamento Anoressia e Bulimia
Fonte : Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute

© – Istituto superiore di sanità

http://www.epicentro.iss.it/problemi/anoressia/anoressia.asp

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I NUOVI SERVIZI DEL CENTRO PSICOLOGICO AMAMENTE

Marzo 18, 2017 in aiuto compiti a domicilio milano, centro Dsa milano, Centro logopedia milano, Centro psicologia positiva, centro psicomotricità milano, diagnosi, dislessia, Disturbi.Logopedia, Esercizi logopedia, logopedia milano, logopedista milano, Milano, psicologia infanzia, psicologia milano, psicoterapia, rinnovo certificazioni, Trattamenti di psicologia, trattamenti logopedici milano, trattamento disturbi d’ansia a milano da admin

Centro Diagnosi Psicologia infanzia e adolescenza Milano

 

 – CENTRO PSICOLOGICO LOGOPEDICO AUTORIZZATO – DIAGNOSI DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO DSA MILANO. 

 

  •  BREVI COLLOQUI TELEFONICI INFORMATIVI GRATUITI

Intravedi nel tuo bimbo qualche problematica di apprendimento e vorresti il consiglio di un esperto?

 

S.O.S – DISLESSIA – DSA?

  • PERCORSI DI POTENZIAMENTO

Tutte le risorse sono dentro di noi e attraverso questo cammino di potenziamento il bambino potrà scoprire le proprie virtù per affrontare al meglio il suo futuro!

  • SOSTEGNO ALLE EMOZIONI E AI GENITORI.

Centro Amamente propone un percorso di sostegno alle emozioni e all’autostima dedicato ai più piccoli, sia individuale, che di gruppo, per riscoprire i propri talenti. Un percorso di sostegno è pensato anche per igenitori, dedicato alla famiglia, alla coppia genitoriale o al singolo genitore.

– S.O.S EMOZIONI? – S.O.S GENITORI?

  • CONFERENZE GRATUITE E SCREENING

Vuoi fare un bel regalo alla tua scuola? Una conferenza gratuita o un progetto di Screening per esempio!

Scrivi a centroamamente@gmail.com e dai un’occhiata alle nostre proposte:

  • IN CAMMINO VERSO LA FELICITA’

Centro Amamente propone un percorso di potenziamento dell’intelligenza emotiva,

aperto a tutti coloro che vogliono mettersi

in cammino verso la felicità.

Un’occasione di scambio e di crescita.

  • LABORATORIO TEATRALE PER BAMBINI E RAGAZZI

Le novità non sono finite! Da quest’anno bambini e ragazzi dagli agli potranno iscriversi al nostrolaboratorio di educazione alla teatralità!

 Scopri di più e inizia a creare con la fantasia….😊

www.centroamamente.it

http://www.centropsicologicomilano.it

 

Amamente Centro di Psicologia Positiva per l’Infanzia e la Famiglia
Direttrice d’équipe Dott.ssa Anna La Guzza 3311842704

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STRATEGIE PER CONSOLIDARE IL METODO DI STUDIO

Marzo 4, 2017 in aiuto compiti a domicilio milano, centro Dsa milano, Doposcuola Milano, psicologia milano, scuola da admin

Sostegno al Metodo di studioSOSTEGNO PSICOLOGICO DOPOSCUOLA MILANO.

STRATEGIE PER OTTIMIZZARE IL METODO DI STUDIO.

Il momento dei compiti puó riservare insidie e spesso puó essere motivo di scontro tra due veri ossi duri: tu e tuo figlio.

Genitori, ragazzi, professori, educatori, insegnanti..nonni..tutti possiamo scoprire strategie efficaci per sostenere, con pazienza e entusiasmo i nostri ragazzi.

Parleremo di come condividere le principali strategie di studio e di memoria, di come favorire la motivazione e l’autonomia per ricercare un metodo di studio efficace.

Tutto ció che ti serve sapere per diventare un solido sostegno e un ottimo alleato.

Doposcuola specialistico a Milano anche a Domicilio
Per maggiori informazioni scrivi a: centroamamente@gmail.com

da admin

CENTRO PSICOLOGICO PER L’INFANZIA L’ADOLESCENZA E L’ADULTO A MILANO

Febbraio 28, 2017 in centro Dsa milano, Centro psicologia positiva, diagnosi, dislessia, dsa, psicologia infanzia, psicologia milano da admin

DIAGNOSI E CERTIFICATI DSA AUTORIZZATI ASL MILANO

Centro psicologia-logopedia

autorizzato ASL

diagnosi, trattamento

e Rinnovo Certificati  DSA. 

Grazie all’accurato lavoro di una équipe clinica multidisciplinare sappiamo rispondere con competenza, passione e professionalità ai bisogni di bambini, ragazzi e famiglie.

Siamo in grado di individuare con precisione i bisogni delle Famiglie, che seguiamo sotto tutti i punti di vista, dalla consulenza alla valutazione, dalla certificazione alla presa in carico psicologica, logopedica, psicoeducativa.

Troverete un clima di accoglienza e fiducia, e, grazie alla programmazione e supervisione in team, sarete seguiti in maniera completa ed efficace:
offriamo una presa in carico attenta e puntale e la possibilità di scoprire le proprie risorse personali e crescere in un clima di accoglienza, ascolto e fiducia.

Centro Psicologico – Logopedico per la Famiglia, l’Infanzia, l’Adolescenza e l’adulto a Milano. 

I nostri strumenti sono efficaci e i nostri metodi all’avanguardia, validati e comprovati dai più recenti studi scientifici in ambito clinico e psicoeducativo.

Ogni percorso è unico ma ciò che ci caratterizza e contraddistingue è l’approccio Positivo, centrato sul Cliente che è condotto nel percorso di scoperta degli aspetti positivi di sè, di relazione con l’Altro e con il mondo attorno a Sè.

Il Centro è Accreditato Asl a Milano per la Certificazione nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento ( DSA ).

ELENCO SERVIZI SPECIALISTICI:

Consulenza psicologica

Un primo colloquio psicologico conoscitivo in cui il professionista di riferimento indagherà le motivazioni
che hanno condotto la famiglia, la coppia genitoriale o il genitore a richiedere un incontro.

La seduta potrà prevedere l’approfondimento delle seguenti aree: anamnesi neuropsicologica del bambino, storia personale e familiare, primi elementi di valutazione sui sintomi riportati, visione dei quaderni e dei disegni, analisi delle valutazioni precedenti o dei referti di tipo medico, condivisione con la famiglia delle ipotesi diagnostiche e proposta di approfondimento o di presa in carico.

Seduta consulenza e sostegno alla genitorialità in coppia

La seduta, condotta da psicoterapeuti specializzati, prevede l’ascolto della richiesta genitoriale laddove insorgono tematiche legate alla gestione educativa dei figli, alle scelte di vita o a particolari situazioni o comportamenti dei figli che sono motivo di preoccupazione.

I genitori o il genitore riceve un momento di primo ascolto e consulenza, alla quale il Centro fa seguire una proposta personalizzata (sostegno alla genitorialità, approfondimento valutativo o presa in carico abilitativa). Sostegno alla Genitorialitá

Visita logopedica

La visita prevede un primo inquadramento anamnestico con il singolo/genitore/i genitori al quale segue l’osservazione attiva del linguaggio. Nei bambini è previsto un momento di gioco mirato alla prima verifica dei sintomi riportati in fase di colloquio anamnestico al quale segue breve restituzione ed eventuale proposta di approfondimento specifico e/o presa in carico abilitativa (o riabilitativa).

Visita Neuropsichiatrica

Un incontro che prevede l’osservazione medica degli aspetti neurologici a livello globale nel bambino e nell’adolescente mirata a verificare l’assenza o la presenza di patologie di tipo neurologico, neuropsicologico o neuropsichiatrico (deficit neurologici, psicomotori, ritardo cognitivo, sindromi cognitive, autismo).

Valutazione neuropsicologica

Percorso di approfondimento clinico mirato alla verifica dei sintomi riportati riguardanti difficoltà emotive, di apprendimento e di comportamento nel bambino, l’adolescente, l’Adulto. Il percorso di approfondimento valutativo prevede una seduta anamnestica con i genitori o l’adulto, 4 ore di approfondimento clinico e testistico individuale, relazione e restituzione.
La Certificazione è valida per la scuola ai fini della legge 170/2010.

Psicoterapia Individuale

Percorso individuale di sostegno psicoterapeutico con approccio integrato individualizzato (cognitivo- comportamentale e psicodinamico).
Pacchetto Abilitazione all’apprendimento o sostegno emotivo nell’infanzia
Percorso di sostegno psicologico mirato al recupero delle difficoltà e al potenziamento delle risorse nelle aree dell’Apprendimento ed Emotive (DSA Disturbi Specifici dell’Apprendimento, ADHD, Disturbi Evolutivi
Specifici Misti, Difficoltà Emotive e Comportamentali); prevede il coinvolgimento attivo della famiglia e della scuola.

Trattamento Riabilitativo Logopedico

Percorso di trattamento del linguaggio mirato al recupero delle difficoltà nelle aree dell’Apprendimento e del Linguaggio (DSA Disturbi Specifici dell’Apprendimento con DSL, Dislalie, Disfonie, etc); il trattamento rivolto a pazienti in età evolutiva prevede il coinvolgimento attivo della famiglia e della scuola.

Intervento di consulenza/formazione/mediazione scolastica effettuato da psicologhe scolastiche e mirato all’individuazione di obiettivi di apprendimento, alla stesura del PDP, all’integrazione scolastica.

Per fissare un
appuntamento inviare una mail a centroamamente@gmail.com ,

verrete presto ricontattati.

Grazie per averci scelto,
Dott.ssa Anna La Guzza
Direttrice Centro Amamente

SEDE 1 : Via Castel Morrone 1/a Milano – 
Tel 3311842704 centroamamente@gmail.com

SEDE 2 : Viale Monza 91 Milano  (Loreto- Milano Est 

https://www.centroamamente.it

da admin

TRATTAMENTI DI PSICOLOGIA E LOGOPEDIA A COSTI AGEVOLATI

Febbraio 21, 2017 in logopedista milano, psicologia infanzia, psicologia milano, psicoterapia, Trattamenti di psicologia, trattamenti logopedici milano, Trattamenti specialistici agevolati, trattamento disturbi d’ansia a milano da admin

Centro Psicologico Accreditato Dsa a Milano

Ai nuovi clienti del Centro Psicologico offerte e agevolazioni per i mesi di giugno-luglio 2017

Il Centro Amamente, Centro psicologico per l’infanzia, l’adolescenza e la famiglia, ha a cuore le esigenze delle famiglie, quindi ha deciso di promuovere i suoi servizi offrendo ai nuovi clienti pacchetti di trattamenti specialistici a un costo agevolato.
Invece di 60€ a incontro, per tutti gli incontri svolti dal 1 giugno al 31 luglio, verrà applicata una tariffa di soli 35€.
Per ulteriori informazioni contatti: Dott.ssa Anna La Guzza, direttrice Centro Amamente tel. 3311842704
Mail: centroamamente@gmail.com

Visita il sito: https://www.centroamamente.it

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IL MONDO DELLA DISLESSIA

Novembre 23, 2016 in centro Dsa milano, dislessia, dsa, psicologia milano, scuola, Trattamenti specialistici agevolati da admin

Conferenze, incontri, appuntamenti ed esperienze per scoprire quali talenti nasconde una persona con difficoltà di apprendimento.

Un mese anche per informarsi, per crescere, per condividere queste difficoltà.

IL MONDO DELLA DISLESSIA Benvenuti nel…. Magico Mondo della Dislessia…. e delle sue Emozioni!

La Dislessia, si sa, è un Mondo fatto di parole, a volte confuse, e di tante emozioni. Il nostro desiderio è quello di prenderci cura di questo Mondo e di scoprire, dietro ogni suo piccolo abitante, i talenti da far fiorire!
Ciao, sono Luca e ti racconto una storia…

Una storia come tante:

Ti ricordi la scuola? L’odore dei libri e i quaderni scarabocchiati…il compagno di banco chiacchierone e le gite. Stai sorridendo, vero?
Per molti la scuola fa riaffiorare ricordi unici… ma non per tutti è così! Quando io sarò grande forse della terza elementare ricorderò alcune frasi in particolare: “Si impegna ma non si applica”, “Sei troppo lento!!”.
La scuola non era un ambiente accogliente per me!

Capitolo 1: La mia mamma è super!

(Il percorso verso la diagnosi)

Poi però è successo qualcosa… La mamma ha capito cosa mi stava succedendo: “Forse hai una piccola difficoltà chiamata Dislessia. Andiamo a fare dei test per capire meglio perché studiare è un pò difficile per te”, mi disse.
E subito io: “Dislessia… è una malattia???”.

Lei mi ha rassicurato e mi ha detto di no, poi ha detto anche che alcune persone mi avrebbero aiutato, delle persone che fanno un lavoro con un nome strano!
La mia mamma è stata brava a intuire subito.

HAI UN DUBBIO?

PUOI FARE IL TEST!

Un’opportunità speciale per te!

Centro Amamente offre un breve colloquio informativo gratuito e individuale per le famiglie, ogni mercoledì 14,00-18,00 su prenotazione!!!

Che aspetti??

Scrivi subito a: centroamamente@gmail.com

Capitolo 2:  Voglio diventare un supereroe! 
(Il percorso di potenziamento e abilitazione)

Con l’aiuto delle mie amiche dottoresse ho scoperto tanti trucchi per apprendere e imparare più velocemente. Sono migliorato tanto, ho conosciuto i miei punti di forza e ho ritrovato la fiducia in me stesso. Ora vado a scuola più sereno, le maestre non mi dicono più che sono pigro e l’altro giorno ho addirittura preso il mio primo 7.

Il trattamento e l’intervento abilitativo nei disturbi dell’apprendimento sono processi fondamentali e vengono svolti da un’équipe multidisciplinare con l’obiettivo di velocizzare il processo di apprendimento.

SCOPRI I PERCORSI DI POTENZIAMENTO

Capitolo 3: Il viaggio alla scoperta
delle mie emozioni
(sostegno alle emozioni nei DSA)

Avete presente quanto è bello viaggiare? Quando si scoprono posti nuovi, quando si imparano cose che prima non pensavi nemmeno esistessero… a me sta capitando lo stesso! Sto facendo un viaggio bellissimo… e non ho neanche preso l’aereo!
Mi sto prendendo cura del mio cuore e sto imparando a conoscere e a dare un nome alle mie emozioni! Ho scoperto anche di avere tanti talenti che prima non conoscevo!
Vuoi sapere come?
Il Centro Amamente propone un percorso di sostegno alle emozioni e all’autostima, sia individuale, che di gruppo!

 

PERCORSO DSA ED EMOZIONI

Capitolo 4: Un’opportunità per i miei compagni
e per la mia scuola
(Screening e conferenze gratuite)

Questo percorso è stato davvero importante
e ringrazio la mia mamma che ha intuito subito cosa mi stava succedendo. Ora però desidero che anche i miei compagni e le maestre capissero cosa sia la dislessia.
Il Centro Amamente ha detto che ha un’idea anche per questo: ognuno di voi può proporre una conferenza gratuita o un progetto di Screening alla propria scuola! Gratuita!!!

Mamma, maestra, papà, zia…che aspetti???
Scrivi a centroamamente@gmail.com e dai un’occhiata alle nostre proposte:

CONFERENZE E SCREENING

Capitolo 5: Vedono quello che vedo io!
(Laboratori esperienziali sui DSA)

La mia vita sta diventando sempre più bella!
Ok, le tabelline ancora mi fanno un pò disperare, però la maestra è paziente e anche io ho capito tante cose nuove!
A volte spiegare le mie difficoltà non era facile. Però lo sai che mi hanno detto che c’è un modo per provare a metterti nei miei panni e capire quello che significa essere dislessico?

La mamma mi ha detto che c’è un evento bellissimo il 15 dicembre:
si chiama “Nei panni di un bambino dislessico”.
Sei curioso di saperne di più?

Capitolo 6: La ricerca della felicità.
(Percorsi laboratoriali per genitori,
insegnanti e datori di cure)

La scuola adesso è bellissima! Ho tutti 8 in pagella e sono felice! Anche con i miei amici va meglio. In questo viaggio ho capito una cosa, sai?
E’ un piccolo segreto e vorrei condividerlo con te: la felicità è un seme da innaffiare con cura!
Dobbiamo curarlo con amore e farlo crescere forte!

Lo sai un altro segreto?
C’è un viaggio dedicato a te: genitore, insegnante, specialista della cura o semplice viaggiatore curioso.

Centro Amamente vi invita tutti a delle lezioni speciali di felicità!
Un seminario educativo e formativo di potenziamento dell’intelligenza emotiva.
Sabato 26 novembre 14,30-18.30 Spazio Luce, in Viale Monza 91, Milano.

Mettiti anche tu in cammino verso la felicità:
SEI CURIOSO DI SCOPRIRE QUALCOSA DI PIU’ SUL CENTRO AMAMENTE?
www.centroamamente.it
Centro Psicologico per l’Infanzia e la Famiglia
“Amore per Se stessi, per gli Altri e per la Conoscenza”
Via Castel Morrone 1/a – 20129 – Milano
331 1842704 – Dott.ssa.ssa Anna La Guzza

da admin

PARLIAMO DI: BULLISMO

Novembre 9, 2016 in Bullismo, psicologia milano da admin

Parliamo di bullismo

Vari Tipi di bullismo

 

Il bullismo si fa sempre più strada nelle realtà scolastiche dei nostri figli. 

Luoghi in cui i più giovani si divertono nel maltrattare il compagno di classe più insicuro, quello che soffre di acne, forse il meno bello della classe. Questo maltrattamento non è sempre fisico.

Sono varie le cause per le quali si verificano questi avvenimenti. Nella maggior parte dei casi dipendono da una terribile insicurezza, da scarsa autostima o da esperienze traumatiche che il bullo ha vissuto durante l’infanzia e che, probabilmente, continua a vivere.

“Uno studente su 10 assicura di essere stato vittima di bullismo scolastico”

Il bullismo si presenta sotto differenti forme. Per questo motivo, oggi parleremo di alcune di esse riconosciute dal Centro Nazionale contro il Bullismo (NCAB). Le analizzeremo nel dettaglio, per capire meglio in cosa consistono.

1. Bullismo fisico

Questo è il tipo di bullismo più evidente, poiché il bullo utilizza la forza fisica per spaventare la sua vittima.  Con calci, schiaffi e qualsiasi altro tipo di aggressione fisica, il bullo cerca di umiliare e sottomettere la sua vittima.

È importante ricordare che questo tipo di maltrattamento scolastico di solito si produce in compagnia, vale a dire che il bullo viene incitato a picchiare ulteriormente la sua vittima sotto richiesta di altre persone. In questo modo, il bullo si sente potente, importante e più forte.

Anche se probabilmente le botte più forti non vengono date pubblicamente, si possono riconoscere alcune manifestazioni aggressive di minore entità. Uno sgambetto, una spinta, un calcio al banco, uno zaino nascosto possono essere piccoli indicatori che il bambino in questione è vittima di bullismo.

2. Bullismo verbale

Questo tipo di bullismo è molto frequente, poiché si tratta di un maltrattamento verbale che molti considerano “cose da bambini”. La cosa peggiore è che non si tratta affatto di cose da bambini, poiché la persona che riceve le prese in giro, gli insulti, le parole di denigrazione soffre e la sua autostima ne risente.

Il bullismo verbale parte con gli insulti, le minacce,le prese in giro riguardo l’orientamento sessuale della vittima e ancora sulle sue caratteristichefisiche, sulle sue imperfezioni, su un suo tic inparticolare, anche sul colore della pelle.

Durante l’adolescenza, ricevere queste denigrazioni è molto più doloroso, poiché è la tappa vitale in cui si è più sensibili.

Per questo motivo, è importante risolvere il problema alla radice. Molte delle persone sottomesse al bullismo verbale hanno dovuto rafforzare la loro autostima e credere in se stesse con grandi sforzi.

3. Bullismo sociale

È una delle forme di bullismo scolastico meno conosciute e, forse, tra le più utilizzate. Immaginate di voler giocare ad una partita di calcio, ma che nessuno vi voglia o che gli altri inventino delle scuse per escludervi dal gioco.

Pensate anche di avvicinarvi ad un gruppo di compagni che stanno commentando una foto di una festa alla quale non eravate invitati. In maniera esplicita, vi stanno escludendo dal gruppo al quale pensavate di appartenere.

È una sottile forma di bullismo, in cui non si può contare su un compagno con cui passare il tempoe fare i compiti. Alla vittima vengono voltate lespalle, viene completamente esclusa. Il dolore emotivo che può causare questo maltrattamento può essere difficile da superare, poiché una

delle nostre più grandi paure è proprio il rifiuto.

4. Cyberbullismo

Questo tipo di bullismo è nato grazie ai social network. Questi sono molto in voga tra i giovani, i quali li utilizzano per condividere le loro esperienze, i loro sentimenti più intimi e tutto ciò che amano o meno.

Un esempio di cyberbullismo può essere quello di caricare una foto che, improvvisamente, viene riempita di commenti negativi, ad esempio “dimagrisci”, “fai schifo”. Tutto questo ferisce la persona della foto, che si vergogna della stessa a causa di questi commenti.

Il Italia il 2% dei giovani è vittima di cyberbullismo

Esistono anche casi in cui il bullo è in possesso di una fotografia personale della vittima, in cui questa è venuta male o sta compiendo un gesto che la fa vergognare, e la minaccia di pubblicarla per poterla manipolare. Tutto questo avviene tramite messaggi privati, che causano un terribile malessere alla persona presa di mira.

http://www.centroamamente.it

 

Di: Rachele Eterea

Fonte: http://lamenteemeravigliosa.it/5-tipi-bullismo

da admin

SI RIFIUTA DI ANDARE A SCUOLA: COSA FARE?

Ottobre 23, 2016 in centro Amamente, disturbi dell'attaccamento, EMOTIVITÀ, psicologia infanzia, psicologia milano da admin

Disturbo della Fobia Scolare

Quando si parla di rifiuto scolare si fa riferimento ad un disturbo in cui il livello di ansia e di paura ad andare e restare a scuola sono tali da compromettere in modo significativo una regolare frequenza scolastica e causare sequele a breve e lungo termine.

Le conseguenze possono riguardare lo sviluppo emotivo sociale, le acquisizioni scolastiche, difficoltà nei rapporti con la famiglia. In seguito si possono avere difficoltà lavorative e può aumentare il rischio di un’importante compromissione della salute mentale della persona.

Il rifiuto scolare non va confuso con l’assenza ingiustificata da scuola, quest’ultimo è un comportamento in cui è assente l’ansia e la paura eccessiva di frequentare la scuola e spesso è associato a comportamenti antisociali e alla mancanza di interesse per la propria formazione scolastica. Il ragazzo che soffre di rifiuto scolastico può assentarsi dalla scuola fin dall’inizio della giornata, o può recarsi a scuola e poi, dopo poche ore, chiedere di tornare a casa.

Durante le ore scolastiche il bambino resta a casa, un ambiente fidato e sicuro, può dedicarsi in modo sereno ad altre attività tra cui svolgere i compiti.
Tale disturbo riguarda l’1-5% dei ragazzi in età scolare senza differenze di genere, dai dati presenti in letteratura sembra più frequente in alcuni delicati cambiamenti evolutivi quali l’inserimento nella scuola elementare (5-6 anni) e il passaggio alle scuole medie (10-11 anni).
Il disturbo si caratterizza per i seguenti comportamenti problematici e sintomi somatici:

elevata reazione di ansia nel momento in cui esce da casa o giunge davanti alla scuola, al punto da presentare sintomi da panico;

manifestazione di un ampia serie di sintomi somatici (vertigini, mal di testa, tremori, palpitazioni, dolori al torace, dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, dolori alle spalle, dolori agli arti);

il livello di angoscia può essere elevato fin dalla sera prima e il bambino può riposare male, il sonno può essere disturbato da incubi o risvegli notturni

Altri disturbi che possono associarsi al rifiuto scolastico sono l’ansia da separazione, l’ansia generalizzata, la fobia sociale, la fobia specifica, gli attacchi di panico, il disturbo post traumatico da stress, la depressione, il disturbo della condotta, il disturbo oppositivo-provocatorio, il disturbo da deficit di attenzione-iperattività, i disturbi specifici dell’apprendimento.

Tra i fattori che maggiormente incidono nel predisporre e scatenare un rifiuto della scuola troviamo quelli ambientali. I sintomi possono iniziare in seguito ad eventi di vita stressanti che si sono verificati a casa o a scuola, tra cui la propria malattia o di un membro della famiglia, la separazione tra i genitori, la separazione transitoria da uno dei genitori, relazioni conflittuali nella famiglia, un legame disadattivo con uno dei genitori, problemi con il gruppo dei pari o con un insegnante, il ritorno a scuola dopo una lunga interruzione o vacanza.

Trattamento psicoterapeutico

La terapia cognitiva-comportamentale si è dimostrata molto efficace per i disturbi di ansia, numerosi sono i dati disponibili in letteratura rispetto a molteplici studi controllati. Nello specifico il trattamento cognitivo-comportamentale da utilizzare con bambini che rifiutano la scuola si basa sui fattori di mantenimento che emergono con l’analisi funzionale. In generale l’intervento è individualizzato e prevede vari step e tecniche, in questo percorso graduato sono coinvolti i genitori e la scuola.
All’inizio è utile un apporto psicoeducativo per comprendere la natura e il processo dell’ansia, per poi identificare i pensieri disfunzionali (rispetto a sé, gli eventi, le attività, la separazione dalla figura di attaccamento) verso cui promuovere una ristrutturazione cognitiva. Il ritorno a scuola può essere graduale e concordato, nei tempi e nelle modalità, con gli insegnanti e il personale scolastico.

Il protocollo di intervento cognitivo-comportamentale basato sull’analisi funzionale è stato utilizzato in molti lavori, i cui risultati hanno mostrato l’utilità di tale trattamento, vista l’eterogeneità di problemi che possono causare il disturbo.

L’efficacia della terapia cognitiva-comportamentale è stata dimostrata in termini di riduzione dell’ansia, aumento del senso di autoefficacia personale e ripresa della frequenza scolastica.

Trattamento Ansia nei bambini

Fonte: http://www.apc.it/disturbi-eta-evolutiva/fobia-scolare

da admin

PERCORSO ESPERENZIALE BENESSERE EMOTIVO NEI DSA BES

Ottobre 17, 2016 in psicologia milano da admin

Laboratorio Dsa Bes per ragazzi e bambini a Milano Un laboratorio esperienziale per il Benessere Emotivo nei Dsa.

Le Emozioni e l’Apprendimento si sa, sono Amici. E come tutti i veri Amici, a volte vanno d’accordo e a volte no. Ma vanno sempre a braccetto e sono uno lo specchio dell’altra.

Le emozioni Positive (fiducia, interesse, curiosità, motivazione…) permettono di aprirci alla conoscenza, e scoprire il mondo conduce a provare emozioni positive. Allo stesso modo le emozioni negative (la sfiducia, il disagio, l’ansia, la paura…) ci mostrano un mondo poco interessante, che non vale la pena scoprire. E non riuscire nell’Apprendimento, per chi vive le difficoltà di un disturbo di Apprendimento, significa ancora di più vivere un continuo senso in inadeguatezza e disagio.

Per questo motivo per noi del Centro Amamente, sostenere un bambino con difficoltà scolastiche significa prendersi prima di tutto Cura del suo Cuore e delle sue Emozioni, attraverso il percorso di scoperta delle sue risorse personali, della sua Intelligenza Emotiva, dei suoi Talenti, un percorso di crescita che lo aiuterá a superare le difficoltà, valorizzare sé stesso e i suoi affetti.
Il percorso prevede 10 incontri individuali da 50 minuti, con cadenza monosettimanale.

É rivolto a bambini e ragazzi con diagnosi di difficoltà (Bes) o disturbo di Apprendimento (Dsa).

Strumenti: il percorso, esperenziale e laboratoriale prevede l’utilizzo di strumenti creativi personalizzati, a seconda delle inclinazioni personali e dell’etá, dal gioco psicomotorio e il movimento creativo, alla teatroterapia, al colloquio di counselling e psico-educativo.

Quando?

Tutti i pomeriggi dal martedì al venerdì, in un orario a scelta, che verrá concordato con il Centro.

Per informazioni e iscrizioni potete scrivere a centroamamente@gmail.com, la dott.ssa Anna La Guzza, vi ricontatterá immediatamente.

Amamente Centro di Psicologia Positiva per l’Infanzia e la Famiglia

www.centroamamente.it
Direttrice d’équipe Dott.ssa Anna La Guzza 3311842704
Sede 1 : Via Castel Morrone 1/a cit n.20 Amamente   (Angolo C.So Indipendenza, Fermata Dateo)
Sede 2 : Viale Monza 91, cit Spazio Luce (mm1 Rovereto)

da admin

CORSI FORMAZIONE PER DOCENTI MILANO

Settembre 24, 2016 in laboratori formazione insegnanti da admin

Corsi di formazione per insegnanti

di Psicologia Positiva a Milano 

Laboratorio di formazione per Insegnanti

http://www.centroamamente.it

Dott.ssa Anna La Guzza.

Cell.33311842704 

VIDEO

 

COS’E’ LA PSICOLOGIA POSITIVA:

Per quasi un secolo la psicologia si è focalizzata su come curare il disagio, attraverso strumenti centrati sul disturbo o sul trauma.
Da un decennio assistiamo a un grande stravolgimento di tale punto di vista.
Con Martin E. P. Seligman, lo psicologo statunitense che è riconosciuto il padre della moderna psicologia positiva, crediamo che sia giunto per la psicologia  il momento di occuparsi degli aspetti positivi dell’esistenzaumana: emozioni piacevoli, potenzialità, virtù e abilità dell’individuo.
Il termine psicologia positiva designa infatti una prospettiva teorica ed applicativa della psicologia che si occupa dello studio del benessere personale, costrutto al centro della qualità della vita.
Tale approccio, focalizzato sul benessere, è trasversale ed efficace, applicabile ad ogni ambito del “prendersi cura”, dalla genitorialitá alla didattica, dalla formazione alla clinica.
Ció costituisce una grandissima risorsa inesplorata e apre alla possibilità di prevenire le difficoltà oppure intervenire anche in ambito clinico, semplicemente ascoltando e assecondando, attraverso la creazione di un ambiente Favorevole, terreno fertile per lo sviluppo delle abilità insite in ognuno di noi, la naturale crescita di ciascuno.
Per le figure che si occupano di educazione, formazione e cura, dare risalto agli aspetti psicologici positivi in sé e nell’Altro, permette di migliorare le capacità dell’individuo e favorirne la crescita, sostenendo, attraverso le emozioni positive, l’autostima, l’esercizio dei talenti personali, il recupero spontaneo della difficoltà e favorire un circolo virtuoso che dall’individuo si estende al suo sistema e viceversa, attraverso un ambiente favorevole, sostiene le scelte individuali.

Laboratorio di Psicologia Positiva Milano

OBIETTIVI:
La finalità del corso é acquisire conoscenze, competenze e strumenti pratici che ci aiutino a entrare in questo nuovo punto di vista, attraverso il quale diventa possibile riconoscere i bisogni, le emozioni dei piccoli e favorirne la crescita a partire da noi stessi.
il percorso sará l’occasione per mettere in gioco noi stessi, attraverso l’esperienza in prima persona. Solo attraverso l’approccio esperienziale é possibile comprendere ed apprendere davvero ció che trasmetteremo ai nostri clienti/figli/allievi.

ARGOMENTI TRATTATI:

– Introduzione teorica alla psicologia positiva
– Canali di accesso sensoriali

– Mindfulness e Ascolto nei bambini

– Ascolto e Attenzione
– emozioni e intelligenza emotiva
– Il ruolo di un Ambiente favorevole
– la resilienza come seme autoconservativo
– creativitá e pensiero divergente
– la motivazione
– talenti e intelligenze
– autostima e autoefficacia

 

LABORATORI PER DOCENTI A MILANO

CORSO DI AGGIORNAMENTO PER DOCENTI MILANO .